martedì 23 agosto 2011
Sir Arthur Conan Doyle - il creatore del mito
Sir Arthur Conan Doyle nasce a Edimburgo (Scozia) il giorno 22 maggio 1859. Di origini inglesi per parte di padre, discende da parte di madre da una famiglia irlandese di antica nobiltà. Il giovane Arthur inizia i suoi studi prima presso una scuola della sua città, poi alla Hodder Preparatory School, nel Lancashire. I suoi studi più importanti proseguono in Austria presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola cattolica gestita dai Gesuiti nei pressi di Clitheroe, e quindi all'Università di Edimburgo nel 1876, dove nel 1885 consgue la laurea in medicina.
Di questo periodo è la sua prima opera "Il mistero di Sasassa Valley" (1879), racconto del terrore venduto al Chambers Journal; in campo scientifico e professionale, nello stesso periodo, pubblica il suo primo articolo medico, relativo a un sedativo che sperimenta su di sé.
Nel 1880 Arthur Conan Doyle vende a The London Society la storia "Il racconto dell'americano", su una mostruosa pianta originaria del Madagascar che si ciba di carne umana. Un anno dopo ottiene prima il baccellierato in Medicina, quindi il Master in Chirurgia: inizia così a lavorare presso l'ospedale di Edimburgo, dove conosce il dottor Joseph Bell, di cui per un breve periodo, prima di laurearsi, diviene assistente. Il brillante e freddo dottor Bell, con il suo metodo scientifico e le sue abilità deduttive, ispirerà a Doyle il fortunato personaggio di Sherlock Holmes, che ha così, almeno nelle origini, un legame con il medical thriller.
Dopo gli studi Conan Doyle si imbarca su una baleniera come medico di bordo, trascorrendo molti mesi nell'Oceano Atlantico e in Africa. Torna in Inghilterra e apre con scarso successo uno studio medico nel Southsea, sobborgo di Portsmouth. Proprio in questo periodo Doyle comincia a scrivere le avventure di Holmes: in breve le storie di questo personaggio iniziano ad riscontrare discreto successo presso il pubblico britannico.
Il primo romanzo del noto detective è "Uno studio in rosso", del 1887, pubblicato sullo Strand Magazine: nel romanzo il narratore è il buon Dottor Watson - che in un certo senso rappresenta l'autore stesso - presenta Holmes e la sottile scienza della deduzione. A questa prima opera fa seguito "Il segno dei quattro" (1890), opera che vale a Arthur Conan Doyle e al suo Holmes enormi successi, tanto da non avere eguali nella storia della letteratura poliziesca.
Nonostante l'enorme successo Doyle non legherà mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, che odiava perché divenuto più famoso di lui. Era di fatto più attirato da altri generi letterari, come l'avventura o il fantastico, oppure come opere di ricerca storica: in questo campo realizza romanzi storici come "La Compagnia Bianca" (1891), "Le avventure del brigadiere Gérard" (raccolta di sedici racconti del 1896) e "The Great Boer War" (1900, scritto mentre era corrispondente della guerra anglo-boera in Sudafrica); quest'ultimo lavoro gli vale nel 1902 il titolo di Sir. Anche durante la Grande Guerra ripete l'esperienza di corrispondente di guerra, senza però tralasciare le sua attività di romanziere, saggista e giornalista.
In qualità di giornalista, durante le Olimpiadi di Londra del 1908, Sir Arthur Conan Doyle, scrive in un articolo per il Daily Mail - cha avrà grande risalto - in cui esalta l'atleta italiano Dorando Pietri (vincitore della maratona olimpica, ma squalificato) paragonandolo a un antico romano. Conan Doyle si fa inoltre promotore di una raccolta di fondi per lo sfortunato italiano.
Altri suoi lavori che affrontano i generi di avventura, fantasy, soprannaturale e terrore sono "The Last Of The Legions and other tales of long ago", "Tales of Pirates", "My Friend The Murderer and other mysteries", "Lot 249" (La mummia), "Il mondo perduto".
Anche se l'elemento fantastico non è mai completamente assente neppure dalla sua produzione realistica - come ad esempio nel romanzo "Il mastino dei Baskerville" (1902) o nel racconto "Il vampiro del Sussex" (1927), entrambi del ciclo di Sherlock Holmes - i romanzi annoverabili nel genere fantasy che Doyle ha scritto sono cinque, assieme a circa quaranta racconti strettamente fantastici, la maggior parte dei quali dell'orrore e del soprannaturale.
Con la sua vastissima produzione letteraria, Doyle, assieme a Edgar Allan Poe è considerato il fondatore di ben due generi letterari: il giallo e il fantastico. In particolare Doyle è il padre e maestro assoluto di quel sottogenere definito "giallo deduttivo", reso famoso grazie a Sherlock Holmes, suo personaggio di maggior successo, che però ha costituito solo una frazione della sua enorme produzione, che ha spaziato dall'avventura alla fantascienza, dal soprannaturale ai temi storici. Parlando del mito di Sherlock Holmes, è da notare che la celeberrima frase "Elementare, Watson!" che Holmes pronuncerebbe indirizzata all'assistente, è un'invenzione dei posteri.
Il genere fantascientifico è affrontato principalmente dalla serie del professor Challenger (1912-1929), personaggio che Doyle modella sulla figura del professor Ernest Rutherford, eccentrico e irascibile padre dell'atomo e della radioattività. Tra questi il più celebre è "Il mondo perduto", un romanzo del 1912 che racconta di una spedizione guidata da Challenger su di un altopiano del Sud America popolato da animali preistorici sopravvissuti all'estinzione. La storia avrà notevole successo nel mondo del cinema, a partire dall'epoca del muto nel 1925 con il primo film, al quale seguiranno altre cinque pellicole (comprendendo due remake).
L'argomento a cui lo scrittore scozzese dedica gli ultimi anni della sua vita è lo spiritismo: nel 1926 pubblica il saggio "Storia dello Spiritismo (The History of Spiritualism)", realizzando articoli e conferenze grazie ai contatti con la Golden Dawn. A causa dei controversi contenuti che lo studio del tema porta con sé, questa attività non darà a Doyle i riconoscimenti che in qualità di studioso si attendeva. Subirà peraltro attacchi da parte della Chiesa cattolica. Il suo ultimo lavoro pubblicato è "The Edge of Unknown", dove l'autore spiega le sue esperienze psichiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.
Mentre si trova nella sua casa di campagna a Windlesham, Crowborough, Arthur Conan Doyle viene colto da improvviso attacco cardiaco: muore il 7 luglio 1930, all'età di 71 anni. Sulla tomba, che si trova a Minstead nel New Forest, Hampshire, l'epitaffio recita: "Steel True | Blade Straight | Arthur Conan Doyle | Knight | Patriot, Physician & Man of Letters
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